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9 de enero de 2014

Amor romântico vs. igualdade de gênero: uma entrevista com Coral Herrera


Este post faz parte da nossa série sobre género e sexualidade na América Latina e Caraíbas [en], 
em colaboração com o Congresso Norte-americano sobre a América Latina [en] (NACLA, 
da sigla em inglês). Fique atento a mais artigos.

Ler Coral Herrera é como soprar uma rajada de ar fresco e optimismo na luta pelo respeito à diversidade. 
O seu blogue [es], os seus artigos, os seus livros [es] e as suas ideias são viagens ao fundo do que é 
considerado óbvio e normal. Coral interessa-se sobretudo pela igualdade de género e pelo efeito que
 os imaginários românticos têm na maneira como os homens e as mulheres se relacionam e se vêem a
 si mesmos.

Poderia também dizer-se que Coral Herrera pertence a uma nova geração de activistas que partem da
 luta pela igualdade de género mas que se recusam a ficar por aí. Os seus escritos analisam problemas
 estruturais nas sociedades ocidentais e identificam o desconforto que se expande para a vida íntima
 de homens e mulheres. A ideia é fazer uma desconstrução e uma crítica honesta das causas e 
consequências dos conceitos que são perpetuados e dos imaginários que defendemos sem sequer 
saber porquê.

Coral Herrera é uma grande entusiasta dos novos media e utiliza-os para partilhar uma grande parte do
 seu trabalho. Mas além de blogueira, Coral é também doutorada em Humanidades e Comunicação 
Audiovisual. Nascida em Espanha, mudou-se para a Costa Rica há alguns anos e trabalhou como
 professora e consultora para a UNESCO, para o Instituto Latino-americano das Nações Unidas
 para Prevenção do Delito e Tratamento do Delinquente (ILANUD), para a Agência Espanhola de 
Cooperação Internacional para o Desenvolvimento (AECID), a Universidade Sorbonne em Paris 
e a Universidade Carlos III em Madrid. A sua principal especialização é em matéria de género, 
e o seu ponto de partida o amor romântico. Assim, muito do trabalho que Coral Herrera tem 
publicado online está centrado na defesa da diversidade de amores [es], os mitos [es] e a
 dimensão política e colectiva do que entendemos por amor. Em Os mitos românticos [es], 
por exemplo, aborda as origens das imagens que temos sobre o amor e põe o dedo directamente
 na ferida:

Através do amor romântico, inoculando desejos alheios, o patriarcado aproveita para controlar 
os nossos corpos, para heterodirigir o nosso erotismo, para conseguir que assumamos os limites 
que tem a feminilidade e sonhemos com a chegada do Salvador (Jesus, o Príncipe Encantado…) 
que nos escolha como boas esposas e nos ofereça o trono do matrimónio.

18 de diciembre de 2013

"Estamos más viv@s que nunca"

Entrevista de Laura Vidal a Coral Herrera en Global Voices: 



"Creo que es necesario seguir visibilizando las luchas de las mujeres por el acceso a la tierra y al agua, y el trabajo que se está llevando a cabo para luchar contra los cultivos transgénicos y por la obtención de la soberanía alimentaria.
Además, hay que abrir el debate dentro de los feminismos para hacer autocrítica, a mí me preocupa que la gente joven no logre identificarse con los valores feministas y que nuestras luchas estén estereotipadas tan negativamente.
Creo que es un problema de comunicación: las feministas somos objeto de burlas, chistes, insultos, y comentarios peyorativos tales como que somos brujas, feas, odiadoras de hombres, frustradas, etc. Esto en Europa, en otras partes del mundo te asesinan por ser feminista, como ocurre en México por ejemplo con las activistas de derechos humanos.
Dentro de los feminismos creo que tenemos que crear redes más horizontales de trabajo, y más inclusivas. Como en todos los movimientos sociales y políticos, dentro de los feminismos sigue habiendo jerarquías, relaciones de poder, estructuras patriarcales de poder que tenemos que eliminar para poder llegar a transformar el mundo en el que vivimos. Es preciso expandir la sororidad no solo a las que son iguales a nosotras, sino con relación a la humanidad entera. [...] La diversidad es una riqueza que tenemos que aprovechar para lograr que las mujeres posmodernas puedan identificarse con las luchas de las mujeres indígenas, las mujeres cisexuales con las reivindicaciones de las mujeres transexuales, las mujeres empresarias con las obreras, las católicas que luchan por despatriarcalizar su religión con las feministas islámicas, etc.
Creo que desde los feminismos no podemos luchar solo por la igualdad entre hombres y mujeres, sino que hay que abrirse a las luchas de las compañeras trans y lesbianas, las compañeras ecologistas o las islámicas, los compañeros igualitarios, o los grupos pacifistas, movimientos sociales, etc. Tenemos que abrazar la diversidad para incorporar las luchas contra cualquier jerarquía o etiqueta que nos oprima, porque en luchas parciales somos todos minorías.
Es cierto que tenemos muchas divergencias ideológicas, pero sin duda todas queremos un mundo más equilibrado, más justo, más igualitario y pacífico. Creo que sin solidaridad es más lento y más difícil mejorar nuestras realidades, por eso me gustó tanto la campaña de “Somos el 99%”, porque nos crea un sentimiento de unidad frente a la casta privilegiada del mundo, que es un grupo muy pequeño de gente.

Leer entrevista completa en: 

Entrevista en inglés: Global Voices: "We are more alive than ever"


Amore romantico vs uguaglianza di genere.




Un'intervista con Coral Herrera.da Laura Vidal para Global Voices
Traducione di Anita Silviano:

Leggere Coral  Herrera è respirare una boccata di aria fresca e di stimolante ottimismo nella lotta per il rispetto della diversità. Il suo blog, i suoi articoli, i suoi libri e le sue idee sono viaggi nel profondo di ciò che si crede ovvio e normale. Coral si occupa principalmente di uguaglianza di genere e degli effetti che hanno prodotto gli immaginari romantici per il modo in cui gli uomini e le donne si rapportano e vedono se stessi.
Si potrebbe anche dire che Coral Herrera è parte di una nuova generazione di guerrigliere che cominciano con l’uguaglianza di genere, ma si rifiutano di rimanere lì. I suoi scritti analizzano i problemi strutturali nelle società occidentali. Essi identificano anche l’esteso disagio nella vita intima di uomini e donne. L’idea è di fare una decostruzione e un’onesta critica alle cause e conseguenze delle immagini che si perpetuano e degli immaginari che difendiamo senza nemmeno sapere il perché. Coral Herrera è una grande fan dei nuovi media, nei quali condivide gran parte del suo lavoro. Oltre a essere una blogger è anche Dottora in Lettere e Comunicazioni audio-visive. E’ nata in Spagna e da pochi anni, residente in Costa Rica, Coral ha lavorato come docente e consulente per l’UNESCO, ILANUD e AECID, presso l'Università della Sorbona a Parigi IV e l'Università Carlos III di Madrid. La sua specializzazione principale è il genere e il punto di partenza, l'amore romantico. Così, gran parte del lavoro pubblicato in linea Coral Herrera si concentra sulla difesa degli amori diversi, i miti e la dimensione politica e collettiva di ciò che intendiamo per amore. Ne I miti romantici, per esempio, va alle origini delle immagini che abbiamo sull’amore e mette il dito sulla piaga:

Attraverso l'amore romantico, instillando desideri esterni, il patriarcato ne approfitta per controllare i nostri corpi, per etero-dirigere il nostro erotismo, allo scopo di garantire che assumiamo i limiti che ha la femminilità e sogniamo l’arrivo del Salvatore (Gesù, il principe azzurro.) che ci scelga come buone mogli e ci offra il trono del matrimonio.
Quanto alle strutture culturali dentro le quali ha luogo questo fenomeno, dichiara:
Nella nostra cultura occidentale l’amore è obbligato perlomeno, nel discorso culturale egemonico. L'omofobia è culturale, la trans fobia è culturale, il razzismo e lo specismo sono culturali. In questa cultura si sviluppa la paura dell’altro, del diverso: si creano miti, mete, divieti, pregiudizi, e gli obblighi sociali. 
L'autrice rileva inoltre l'importanza delle storie che raccontiamo in questi contesti. La finalità del lavoro di Herrera è aiutare a capire come gli immaginari, ideali e obiettivi sono tramandati di generazione in generazione attraverso narrazioni su noi stessi che sono anche supportati dai circoli dominanti. Tuttavia, in accordo a ciò che pensano i movimenti sociali, ciò che si attrezzi in una direzione potrebbe riconsiderarsi e prendere un’altra rotta:
La cosa più logica sarebbe poter trasformare le storie, raccontarne di nuove, cambiare i modelli idealizzati oramai obsoleti, costruire eroi ed eroine in carne ed ossa, creare nuovi miti per aiutarci a costruire una società più giusta, egualitaria, ecologista, colta e pacifista. Indirizzare i nostri sforzi per il bene comune, lavorare per proporre altre realtà, lottare per costruirne di nuove, piuttosto che fuggire da ciò che c'è mediante paradisi e motivi e salvezze individuali. 
I suoi libri sono facilmente reperibili attraverso il suo blog, nel quale Coral condivide anche i suoi articoli di stampa e il suo canale You Tube, dove si possono vedere alcune sue conferenze e discussioni accademiche. Il suo ultimo libro Bodas diversas y amores queer è “un libro a metà strada tra un saggio e un racconto in cui si mescolano riflessioni teoriche, aneddoti personali, storie di vita e qualche analisi di riti nuziali romantici alternativi.
“ Perché la gente si sposa così massicciamente? Perché ci sono persone che si sposano una sola volta nella vita e altre che si sposano più volte? (…) Perché tutti chiedono un bebè, però è malvista una fidanzata incinta? Perché le donne investono tante risorse per incontrare un partner? (...) perché non possono sposare tre persone che si amano e vivono insieme ? Perché ci emozioniamo quando ci offrono  il matrimonio? Perché lo desideriamo tanto? Perché la gente sopporta inferni coniugali per tanti anni? Perché ci sono persone che non si sposano?  … come sono i matrimoni in altre culture ? Che c’è dietro il matrimonio?” 
Per approfondire la riflessione sulla lotta per l'uguaglianza di genere su internet, presenteremo il lavoro di Coral Herrera in due parti . Chiudiamo questa edizione con la prima parte di una discussione online avuta con Coral nella quale parliamo sul ruolo dei nuovi, media nella lotta per l' uguaglianza di genere e le lotte che prendono forma grazie alle nuove tecnologie.


Global Voices: Come possono, i nuovi media sfidare quelli vecchio circa la costruzione dei miti romantici? Come possono i nuovi media cadere nello stesso ruolo dei media tradizionali? 

Coral Herrera: I media tradizionali ancora si aggrappano ancora ai modelli tradizionali e a una visione del mondo totalmente patriarcale e capitalista, continuano a venderci ideologia egemonica in forma d’intrattenimento.  Pubblicità e cultura di massa trasmettono valori totalmente egoisti, individualisti, basati sulla paura e la permanente insoddisfazione tipica, di quest’era consumistica.
Per questo credo che una delle cose migliori che sono successe in questi ultimi anni sia Internet. Ciò che non è chiaro e se possiamo vivere di questo, perché ci siamo abituati in modo che tutto sia gratis. Io stessa non posso sostenere economicamente la gente che leggo, per la mia situazione precaria in Spagna prima e poi come migrante in Costa Rica , anche se pago la compagnia telefonica per avere accesso a tutti i contenuti. E anche se credo che non abbiamo ancora trovato un modo per guadagnare un reddito (anche se ci sono casi di persone che vivono di questo) , penso che la crisi che stiamo vivendo stiano rendendo più consapevoli di ciò che consumiamo , da dove proviene ciò che consumiamo , e in quali condizioni è stato prodotto. Il consumo di cultura è oggi (e sarà sempre) un atto politico , una dimostrazione di sostegno agli artisti e pensatori che ci offrono storie in tutti i formati e programmi possibili. Internet è stato vantaggioso per la cultura in generale , perché ora abbiamo accesso alle coreografie , sculture , film, reportage giornalistici,creazioni-video, canzoni, racconti, saggi, articoli accademici, cortometraggi, fotografie… I /le creativi/ve abbiamo più libertà nell’innovare e offrire altri modelli, altre eroine, altre situazioni, altri modi di relazionarsi. In definitiva, credo che stiamo rompendo con le vecchie strutture narrative che ci riducono a conflitti semplificati. 

GV: Che cosa significano le nuove tecnologie nella lotta per l’uguaglianza di genere?

CH: Grazie a Internet tutti siamo emittenti. [ Questo ci fa ] meno vulnerabili alla costruzione della realtà che ci impongono dall’alto, perché siamo in grado di confutare le loro affermazioni , perché possiamo visualizzare tutto ciò che rimane nascosto per mantenere le cose così come stanno.
E’ vero che dobbiamo renderci conto che la privacy è inesistente, che ci controllano, che commerciano con i nostri dati e ci censurano, ma penso che bisogni essere in rete comunque.

GV: Quali vantaggi si hanno dall’uso delle nuove tecnologie per le discussioni sul genere (soprattutto in America Latina)? 
CH: “ Io sono molto ottimista. Nonostante il divario digitale che ci separa , penso che stiamo creando reti d’informazione e di riflessione collettiva transazionale. Queste reti ci permettono di appoggiarci l’una alle altre, visibilizzare le problematiche, raccogliere firme per incidere politicamente, chiamare alle azioni nel mondo reale che risuonino nel mondo virtuale. Possiamo unire le sinergie, scambiarci idee, copiare modelli che funzionano in altri paesi e adattarli alla nostra realtà locale, possiamo insegnarci a vicenda, possiamo contribuire alla costruzione di consapevolezza collettiva e possiamo modificare le agende politiche grazie all'eco delle azioni nelle reti sociali.”. 
Nella parte successiva di questo documento, che sarà pubblicato la prossima settimana, discuteremo con Coral dell’evoluzione della lotta per l’uguaglianza di genere e di altre questioni ancora da approfondire.
Nel frattempo, consigliamo la visita al progetto editoriale Haika, promosso e gestito dall’autora e dal quale si possono scaricare molti dei suoi lavori.


Entrevista en Global Voices en Español, I Parte:
http://es.globalvoicesonline.org/2013/12/12/amor-romantico-vs-igualdad-de-genero-una-entrevista-con-coral-herrera/http://haikita.blogspot.fr/

Entrevista en Español, II parte:
http://es.globalvoicesonline.org/2013/12/18/estamos-mas-vivs-que-nunca-coral-herrera-y-las-luchas-por-la-igualdad-de-genero/



Otros artículos traducidos al italiano: 





Gender, Sexuality, and New Media: An Interview with Coral Herrera in NANCLA


The NACLA Archive of Latin Americana is a historic documentation project that grew out of NACLA's research, publications, and activist network and is now administered by the New School for Social Research in New York City.


Coral Herrera blows a blast of fresh air into the struggle for the respect for diversity. Her blog, her articles, her books, and her ideas examine pointedly the notions of the “obvious” and the “normal.” Coral is mainly interested in gender equality and the effect of romantic imaginaries on the way men and women relate to each other and see themselves.
A contributor to publications such as Uruguay’sLa Red 21 and Chile’s El Ciudadano, Coral Herrera is also part of a new generation of fighters who start with gender equality but refuse to stay there. Her writings analyze structural problems in Western societies and the discomfort that arises in the intimate lives of men and women. Her work conducts a deconstructive critique of the causes and consequences of societal norms and the imaginaries that we defend without knowing why.
Coral Herrera is a great enthusiast of new media, where she shares a large part of her work. But in addition to blogging, Coral also pursues an academic path, with a PhD in Humanities and Audiovisual Communication. Born in Spain, she moved to Costa Rica a few years ago, and has worked as a teacher and consultant for UNESCO, the United Nations Latin American Institute for Crime Prevention and Treatment of Delinquents (ILANUD), and the Spanish International Development Agency (AECID), at the Paris-Sorbonne University and in Madrid’s Universidad Carlos III.
Her main specialization is in gender, and her point of departure, romantic love. Thus much of the work that Coral Herrera has published online focuses on the defense of diverse lovesmyths, and the political and collective dimension of how we understand love. In Los mitos románticos (Romantic Myths), for example, she traces some of the origin stories of societal glorification of heterosexual love:
Through romantic love, inoculating foreign desires, patriarchy also controls our bodies in order to hetero-direct our eroticism, and make us assume the limits of femininity and dream about the arrival of The Saviour (Jesus, Prince Charming…) who will choose us as good wives and offer us the throne of marriage.
Herrera draws on what she sees as the realm of “culture” to explore common societal limitations on love and acceptance:
In our Western culture, love is constrained, at least in the hegemonic cultural discourse. Homophobia is cultural, transphobia is cultural, racism and speciesism are cultural. Culture is where the fear of the other, of the different, grows; it is in culture where myths, goals, prohibitions, prejudices and social obligations are created.
Herrera also highlights the importance of the stories we tell ourselves—the ways certain imaginaries, ideals, and goals are passed down from generation to generation. She notes the limitations of trying to rework established narratives of gender and sexuality with an immediate cultural reversal, but she still dreams about the hopeful possibility:
The logical thing should be to transform the stories and tell new ones, change the idealized models that have become obsolete, construct flesh-and-blood heroes and heroines, create new myths that help us construct societies that are more just, egalitarian, environmentalist, cultured, and pacifist. Direct our efforts towards the common good, work to propose other realities, fight to construct new ones, instead of fleeing from emotional paradises and individual promises of salvation.
Her books are readily available on her blog, where Coral also shares her press articles, her YouTube channel, and her conferences and academic talks. Her last book  Bodas diversas y amores queer (Diverse Weddings and Queer Loves) is a book she describes as lying “halfway between an essay and a story, in which theoretical reflections are mixed with personal anecdotes, life stories, and analyses of alternative romantic nuptial rituals.” Her work on marriage demonstrates the wit and incisiveness that dominate her writing:
Why do people get married on such a massive scale? Why are there some people who only get married once, while others get married seven times?...Why does everyone ask about a baby but it’s frowned upon if the bride is pregnant? Why do we make romantic videos of our weddings and torture our relatives for months? Why do women invest so many resources in finding a partner?…Why can’t three people who love each other live together and get married? Why do we get excited when we are offered marriage? Why do we want this so much? Why do people endure conjugal hell for so many years? Why are there people who never get married? What are weddings like in other cultures? What comes after weddings?
To offer a more thorough reflection on the struggle for gender equality on the internet, we will present Coral Herrera’s work in two parts. We will close this installment with the first part of an on-line discussion we had with Coral, in which we talked about the role of new media in the struggle for gender equality.

Read the interview at:

En Global Voices en español: 



1 de diciembre de 2013

Entrevista a Coral Herrera en La Red 21



Entrevista en La Red 21 (Uruguay)
Periodista: Georgina Mayo
Entrevistada: Coral Herrera Gómez. Autora queer y doctora en Comunicación Audiovisual. 
1-  ¿De qué va tu nuevo libro, Bodas Diversas y Amores Queer?  Háblanos de cómo se te ocurrió hacerlo.
Es un libro a medio camino entre el ensayo y el relato en el que cuento  mis bodas en Madrid, Tánger y San José, y otras bodas diversas. En primer lugar es una defensa del derecho a amar de todos los seres humanos, y un análisis de los ritos nupciales y las utopías románticas posmodernas.
Los lectores y lectoras encontrarán pocas soluciones y muchas preguntas para desmitificar las bodas y reírnos un rato de nosotros mismos. Es una mezcla de reflexiones,  anécdotas personales, historias de vida, cuentos sobre bodas románticas y divertidas. He querido hacer mi aporte a la visibilización de la diversidad de nuestra realidad amorosa, y contribuir a la creación de nuevos relatos sobre amores románticos desde una perspectiva más diversa. Además es una forma de reivindicar y homenajear  la lucha por el matrimonio igualitario y los derechos humanos de la población LGBTQ.
Es un proyecto personal porque esta vez no lo envié a ninguna editorial y quise sacarlo en una plataforma digital. Llevo muchos años ofreciendo contenidos en mi blog y pensé que era el momento de lanzarme yo sola en un proyecto empresarial auto gestionado. Ha sido un proceso duro, pero muy enriquecedor, porque he aprendido mucho sobre auto-edición y auto-publicación, marketing on line, diseño y maquetación…. y he tenido un control total sobre mi obra.
2-  ¿Qué es el amor Queer?  En Uruguay no es un concepto conocido, ¿puedes contarnos qué es el queer?
Queer es un término anglosajón que significa raro y se utilizaba para insultar a la gente que no encaja en los cánones de la normalidad. La comunidad LGBT se apropió del término para reivindicar la existencia de todos aquellos que permanecen invisibles para la sociedad. La identidad gay o lésbica perdió en gran parte su carácter marginal y con la consolidación de las democracias actuales, pasó a ser la etiqueta que engloba a un sector de la población de clase media-alta, entorno urbano y cosmopolita que se integra sin problemas a la sociedad y tiene sus derechos plena o parcialmente garantizados.
El queer surgió para dar voz a toda la gente que sufre no sólo discriminación por su orientación sexual, sino también discriminación por la clase socioeconómica, el color de su piel, la nacionalidad, la edad, el idioma, la religión. Así, el queer nació en las calles y llegó a las universidades: hoy es movimiento, teoría, acto político y artístico a la vez. Es una herramienta de análisis multidisciplinar que nace de las teorías de género y del postestructuralismo y su afán es continuar con el derribo del pensamiento binario y la estructura patriarcal, visibilizar todo aquello que permanece en las periferias, y promover relaciones horizontales en las que las diferencias sirvan para enriquecernos, no para discriminarnos.
En mis libros hablo de los amores queer como sinónimo de amores diversos, esos amores que no corresponden al modelo ideal de pareja heterosexual y monogámica. Más allá de la utopía romántica posmoderna, se multiplican las utopías amorosas alternativas de gente que se gusta y se quiere, se casa y se descasa. Son los amores interculturales, los amores intergeneracionales, los amores triádicos, los amores presidiarios, los amores adúlteros, los amores clandestinos.
3-  ¿Por qué empezaste a interesarte en los temas de género. ¿A partir de qué experiencia?
Mi madre era militante feminista y mi padre un hombre igualitario, así que ya desde pequeñita sentía mucha curiosidad por las diferencias entre mis padres y los de mis amigos y amigas del colegio.


3 de noviembre de 2013

17 de mayo de 2013

Entrevista: "El futuro del Periodismo Digital"



Entrevista para: Periodismo Digital: Un Medio Emergente; tesis de graduación de 
Digna González Villalta, estudiante de periodismo. Ha trabajado en prensa escrita y radio y quiere especializarse en Comunicación y Producción Digital.




Entrevista de Digna González a Coral Herrera Gómez

                                  
Digna González:  ¿Considera usted que el blog es un precedente para el periodismo digital?

Coral Herrera: Los blogs nacieron no sólo de la mano de periodistas que se introdujeron en el mundo 2.0. Mucha gente pudo empezar a tener su propia bitácora digital, su cuaderno de notas, su álbum de fotografías, su columna de opinión… el mundo de los blogs es tan diverso porque cualquiera que tenga ganas de comunicar algo puede hacerlo a través de estas plataformas de creación de contenidos. 

Creo que fue más adelante, con la introducción de la prensa tradicional en el mundo digital, cuando los y las periodistas empezaron a darse cuenta de que los blogs eran una gran herramienta de trabajo. Prueba de ello es que hoy todos los grandes periódicos tienen grandes bloggers en sus portadas.


Digna González: 
¿Puede un blogger desplazar la labor del periodista?

Coral Herrera: 
Lo mejor de Internet, sin duda alguna, es la diversificación de fuentes. Para mí es un lujo poder leer las noticias de los grandes grupos internacionales, de los medios alternativos, o las opiniones de tus amigos o de tus contactos, es la tendencia en el presente y en el futuro. 

En internet podemos ver lo que dicen los medios oficiales y alternativos de diferentes países, podemos escuchar otras voces, podemos emitir opiniones y debatir sobre los temas en pequeños o grandes foros. Se acabó eso de que el micrófono lo tenga el presentador. Ahora todos podemos crear contenidos y ofrecer opinión.

10 de mayo de 2013

Entrevista a Coral Herrera, de Yaiza Saiz para La Vanguardia





Entrevista de Yaiza Saiz para La Vanguardia: 
¿Existe el amor verdadero?


Yaiza Saiz: 

1.      Ahora que no existe hambre, ni guerra, que todo es lineal sin grandes cambios, que somos una generación aburrida…¿creemos en la ilusión del amor romántico simplemente para dar sentido a nuestras vidas?

Coral Herrera: 

        Estamos en la era del vacío, que decía Gilles Lipovetsky, o la era de la soledad, que decía Erich Fromm. Ahora que todo es relativo y muchos descreídos ya no esperan revoluciones sociales, nos aferramos a paraísos individuales, a utopías emocionales de carácter individualista que nos sirven para evadirnos de un mundo que no podemos cambiar, que parece ir a peor. El amor romántico sirve para mantenernos distraídos con promesas que casan con la ley del “sálvese quien pueda”, la gente busca emociones y tiene hambre de sensaciones rápidas e intensas, de sentimientos fuertes que nos llenen el vacío. El romanticismo posmodernos es una utopía porque nos vende mitos que no casan con la realidad, bastante más compleja y diversa.


Y.S: 

2.      ¿Se podría afirmar que la búsqueda del amor romántico es un hecho reciente, un producto cultural al que se ha sometido a las generaciones de las últimas décadas?

CH: La búsqueda del amor romántico es muy antigua: en todas las culturas hay relatos que nos hablan de esta búsqueda, hay hombres y mujeres que se enamoran y desafían las leyes de su sociedad. Es en el siglo XIX cuando el romanticismo invadió todas las artes y toda la cultura burguesa occidental; en el siglo XX este romanticismo se industrializa primero, y se globaliza finalmente a todo el planeta gracias a la industria hollywoodiense y a los medios de comunicación de masas.

Hoy nos gusta alejarnos de nuestra realidad viendo películas, series de televisión, obras de teatro, leyendo novelas románticas que nos haga olvidarnos del sistema violento, desigual y cruel en el que vivimos. Y buscamos los mitos en gente de carne y hueso… por eso nos frustramos.


3.      ¿Por qué si, como dice Erich Fromm, el amor no es hoy un fenómeno frecuente en nuestros días, nos frustramos tanto por tratar de encontrar algo que no existe? ¿Por qué somos adictos al amor romántico?



2 de diciembre de 2012

Entrevista en Culturamas


Coral Herrera Gómez

Entrevista de Cristina Cereceda a Coral Herrera para Culturamas:

Con actitud rebelde  y sin pelos en la lengua,  Coral Herrera se ha propuesto cambiar el mundo, arremete contra lo más sagrado y reverenciado en nuestra sociedad : el amor romántico y toda la estructura montada a su alrededor,  quiere aniquilar  estereotipos  creados por una cultura patriarcal milenaria, abrir barreras y luchar por la igualdad y los derechos humanos en todos los ámbitos. Feminista convencida y defensora de la Teoría Qeer. Doctora en Humanidades y Comunicación, especialista enTeoría de Género y Teoría de la Comunicación Audiovisual, escritora y bloguera, entre otras cosas que componen un curriculum brillante. 
Ha publicado “La construcción sociocultural del Amor Romántico” (Editorial Fundamentos, Madrid, Febrero 2011) y “Más allá de las etiquetas. Feminismos, masculinidades y queer” (Editorial Txalaparta, Pamplona, Febrero 2011), además de infinidad de artículos en diferentes medios y países. También, a partir de ahora, podremos disfrutar en nuestra revista de sus colaboraciones.

Cristina Cerceceda: Te has especializado en las relaciones humanas, concretamente en las de   pareja ¿crees que el amor romántico perjudica seriamente a las mujeres?
Coral Herrera Gómez: Nuestra cultura amorosa patriarcal está construida bajo la lógica del pensamiento binario que divide la realidad en dos grupos opuestos: la noche vs el día, lo malo vs lo bueno, lo masculino vs lo femenino, la luz vs la oscuridad. No sólo existe una división, sino una jerarquización: un grupo siempre es superior a otro. A los humanos se nos educa bajo la premisa de que hombres y mujeres somos completamente diferentes, y que por tanto nos complementamos.
De este modo construimos relaciones de dependencia mutua basadas en la lógica hegeliana del amo/esclavo: un grupo domina, el otro se somete. Lo interesante es que el poder es siempre bidireccional, pero estamos desde hace siglos distraídos con la eterna “batalla de sexos”. En lugar de entender el amor como algo diverso, lo encajonamos en patrones heterosexuales y monogámicos: el modelo de pareja siempre es joven y en edad reproductiva.
Las mujeres hemos sido, y seguimos siendo, las mayores víctimas de la seducción que ejerce sobre la gente la mitificación del amor romántico. Empleamos muchos recursos, tiempo y energía en encontrar al amor de nuestras vidas, y aunque algunas han alcanzado la independencia económica y la plena autonomía, muchas siguen dependiendo emocionalmente de la figura de un hombre, siempre engrandecida por nuestra cultura.
Lo más terrible de esta mitificación es que nos vende la idea de que por muy pobres que seamos, por muy dura que sea la vida que llevamos (como Cenicienta o Blancanieves), nos merecemos la llegada a nuestras vidas de un príncipe azul que nos quite de trabajar y nos haga felices para siempre. El amor romántico es la salvación; y somos muchos los adeptos a estas utopías posmodernas que nos prometen la paz eterna.


27 de noviembre de 2012

Entrevista en el Confidencial: ¿Hablamos de Soltería o de Soledad?




J.P ¿Cual es el imaginario sobre la soltería? ¿Se están rompiendo tópicos o estereotipos respecto al tema?

C.H.G 



Yo defiendo la soltería porque me parece más sana que el sadomasoquismo de algunas parejas. Antiguamente si no te casabas eras una rara/o, o un fracasado, o bien un homosexual en el armario. Hoy heteros, lesbianas y gays pueden casarse, en algunos países, o permanecer solteros; la soltería ya no está bajo sospecha, ni es una condena perpetua, sino que es una opción y hasta un estilo de vida.

Antes la gente corría a casarse con el primero que pasaba por allí o con las disponibles que aún no se habían emparejado, y después pasaban la vida en infiernos conyugales. 
Ahora esos infiernos se rompen, por el bien de los hijos e hijas, y la gente se separa. 
Unos buscan nueva pareja con frenesí, y otros prefieren vivir a su aire, sin complicaciones emocionales. A veces son etapas transitorias, otras veces es una renuncia total a perder la libertad personal. Lo importante es que la gente ahora se junta por amor y se separa por desamor, y que en algunas sociedades existe mayor libertad para organizar tu vida y afectos. 



1 de septiembre de 2012

Entrevista en LRM El Femimagazine





11 de julio de 2012

Desde LRM Femimagazine hemos tenido la gran oportunidad de entrevistar a Coral Herrera Gómez:

Coral Herrera Gómez es Doctora en Humanidades por la Universidad Carlos III de Madrid, y se ha especializado en Teoría de Género y Teoría de la Comunicación Audiovisual. Coral es escritora, investigadora, docente, y blogger. Ha trabajado como consultora de comunicación y Community Manager para UNESCO Oficina Multipaís Centroamérica y México, y como lectora de español en la Universidad Sorbona IV. Formó parte del grupo de investigación CRIMIC del Instituto de Estudios Hispánicos en París, y del Instituto de Investigaciones de Género de la UC3M. Ha dirigido la colección de Género de la editorial Fundamentos. Ha publicado dos libros en España, “Más allá de las etiquetas” y “La construcción sociocultural del amor romántico”, y un capítulo en el libro colectivo 25 Muestras de Cine de Mujeres de Pamplona. Ha publicado numerosos artículos en diferentes revistas científicas nacionales e internacionales, en papel y en digital, y colabora ocasionalmente con periódicos españoles e internacionales. Tiene un blog desde hace 4 años, El Rincón de Haika, en el que publica sus trabajos sobre los mitos románticos que perpetúan la desigualdad y las relaciones basadas en la dependencia.



1ª) Su curriculum es muy multidisciplinar, ¿por qué?

Elegí la carrera de Humanidades porque quería estudiar de todo y quizás más adelante especializarme en algo. Me encantó poder ver el mundo desde diferentes discilplinas: antropología, historia, psicología,  literatura, historia del Arte, semiótica, sociología, filosofía, teoría política, teoría económica, etc. En el doctorado me centré en la teoría de la Comunicación Audiovisual y la teoría de Género, y hoy me dedico al análisis de la ideología que hay en la magia de nuestra cultura, a destripar los mitos insertos en nuestra cultura, a investigar sobre el tema del amor romántico y su dimensión sociopolítica y económica, además de mitológica.

2ª) ¿La comunicación nace o se hace?

Se hace, se hace. La comunicación es hoy el principal motor que mueve el mundo. Gracias a las tecnologías podemos transmitir información por todo el planeta en cuestión de segundos, y ya no tenemos que resignarnos a un modelo vertical en el que unos pocos ofrecen contenidos y otros, la gran mayoría, los consume. Es cierto que aún está la brecha digital y es muy profunda, pero creo que estamos en un momento realmente apasionante porque ya no somos receptores pasivos de productos fabricados por otros. Gracias a las redes la comunicación se ha vuelto horizontal: todos podemos escribir, opinar, hacer crítica, contrastar informaciones, escribir comentarios, ofrecer contenidos y de esta forma no estar sometidos a la tiranía de los grandes medios, que van perdiendo paulatinamente su hegemonía. Es un lujo poder tener acceso a la cultura,  intercambiar experiencias e información de este modo tan inmediato, en este medio tan abierto. Supongo que pronto controlarán y regularán Internet para restringir las primaveras revolucionarias y para cortar esta vía de comunicación masiva y barata.


22 de marzo de 2012

Entrevista en La Directa



Álex Romaguera me hizo esta entrevista para Setmanari de Comunicació DIRECTA

Podéis leerla en catalán en: 


Aquí la tenéis en castellano: 


· ¿En que medida se ha desconstruido el discurso patriarcal del “hombre viril” y la “mujer femenina”?

Creo que esa deconstrucción se está dando en los círculos feministas, en el área de las masculinidades, en el seno del movimiento kuir, entre la gente que ha adquirido una mirada de género sobre la realidad; el debate es cada vez más rico gracias a las redes sociales. El resto de la gente que consume productos culturales de masas sigue asumiendo el discurso, lo reproduce en sus vidas cotidianas, y no lo cuestiona: la televisión, el cine, la radio y la prensa lo siguen repitiendo hasta la saciedad, aunque invisibilizado. Todo lo que aparece representado que no puede ser etiquetado, todas las mujeres masculinas, los hombres femeninos, los gays, lesbianas, intergenero, transexuales, etc. no encajan en este discurso bipolar. Por eso en el cine, en las noticias, en las series de televisión, en las revistas, etc solo aparecen modelos “normales”; los otros son considerados extravagancias, desviaciones, anormalidades, enfermedades o rarezas. El discurso mediático sigue siendo profundamente patriarcal. 


6 de mayo de 2011

Entrevistas en Costa Rica

Hoy quería compartir con ustedes entrevistas que me han hecho en tres medios de comunicación costarricenses: 


La primera es en Radio Internacional Feminista, por Andrea Alvarado (5/5/2011): 


http://www.radiofeminista.net/index.php/es/noticias-todas/acciones-movilizaciones-logros-desafios/387-coral-herrera-siempre-se-nos-vende-el-mito-del-amor-idealizado.html#addcomments



La segunda es en "Desayunos" de Radio Universidad con dos politólogos de la UCR (11/05/2011): 




http://radiosucr.com/Img/univer/institucional/podcasts/1000_%2011%20de%20Mayo%20de%202011%20%20DESAYUNOS.MP3




Y también me entrevistaron en el programa "Treinta y tantos" (4/5/2011), en Radio 94-7:


pueden escucharla pinchando en este enlace: 

Coral Herrera Gómez Blog

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